Discorso di Sua Eccellenza Mons.Santoro all'inizio del Pellegrinaggio dell'Addolorata

"Madre Santa,
eravamo tutti desiderosi nel buio di questa notte, di scorgere  il tuo viso per il quale questa città è debitrice con te, Vergine Addolorata, della mediazione di tante grazie. Tu ci fai dono di essere un popolo unito stasera, di riconoscerTi, come nell’antica casa comune e materna, l’unica mamma capace di stemperare ogni divisione in nome dello stesso sangue che ci fa fratelli, il sangue del tuo figlio Gesù. Veniamo qui allo scoccare del venerdì santo, nelle ore in cui Gesù sentiva tristezza e angoscia nel Gestsémani, fin quando si è alzato fiero e abbandonato alla volontà del Padre, verso il suo traditore e alla turba violenta, andando incontro, solo per amore, alla passione e alla sua morte. 
Vogliamo seguirti non per consolarti ma perché sappiamo che tu hai esplorato il dolore e per prima hai insegnato a ciascuno di noi a credere, a fidarsi di Dio, tu insegni al popolo della Chiesa a ricevere come Gesù un calice, che non è per la morte ma per la vita e incoraggi ciascuno di noi a non allontanare la croce ma a portarla dietro a Gesù.
Tu passi, oh Maria per queste strade e per queste case, per tutti i nostri dolori e le nostri vite e a tutti noi insegni che quando il cuore è abitato dall’ascolto della Parola di Dio e dalla sua grazia, la spada può trapassare ma non ci uccide. Quello che a noi è velato nella morte è in realtà il Cristo Vivo.
Ti ringrazio Addolorata perché questa notte siamo stretti a te e fra di noi, come fossimo un unico manto, il tuo manto, che come una fitta rete, trattiene tutte le preghiere vicino a te e così non cade una preghiera, nessuna preghiera si perde.
Anzi sono convinto che tu ci ascolterai e ci esaudirai subito se ognuno di noi prega per la persona accanto, anche se non la conosciamo, indipendentemente se chi ci sta vicino sia nostro amico, o sconosciuto o addirittura nostro nemico. Sì, esaudirai le nostre preghiere fatte gli uni per gli  altri  perché tu sei fiera di noi quando siamo desiderosi di volerci bene.
Madre di Dio e della Chiesa, il sangue di Gesù versato abbondante e gratuito su ciascuno di noi ci rende uniti da legami indissolubili, ti chiediamo quindi di farci riscoprire i legami sopiti per indifferenza e per egoismo.
Lo Spirito Santo, per la cui opera sei divenuta la Madre del Redentore, ci renda solidali con coloro che sono colpiti dalla guerra e dal terrore: penso ai fratelli della Chiesa Copta, la cui domenica delle Palme è stata funestata da un terribile attentato. 
Non saremo mai tuoi figli se volteremo la faccia verso coloro i quali soffrono.
Ti chiediamo di benedire Taranto e di assicurarci quei tempi migliori e sereni che sempre ti chiediamo e che non smetteremo di sperare sicuri della tua protezione e del tuo rifugio. Non ti chiediamo di risolvere i nostri problemi con la magia, ma ti seguiamo perché sei vicina a noi perché ci indichi la strada per risolverli. E la strada, guardandoti è innanzitutto la religiosità, l’apertura al Mistero, la fede nel Padre che anche dinanzi alla morte del Suo e del tuo Figlio non ti abbandona mai. E quando le forze ci abbandonano Tu rimani, metti il tuo cuore nel cuore dell’eterno e ci apri alla risurrezione. Poi ti ci mostri la strada della solidarietà, della vicinanza tra noi e particolarmente con chi soffre.
Ti affido tutti i nostri ammalati che ci seguono attraverso i media i cui operatori ringrazio. Benedico con la tua intercessione tutti i Tarantini fuori sede che in questi giorni giustamente sentono una profonda nostalgia specie se obbligati per lavoro a lasciare questa città ed adesso ti guardano attraverso la TV e i mezzi di comunicazione. Anche noi vi sentiamo presenti e vicini.
 Desidero ringraziare i sacerdoti, il padre spirituale mons. Marco Morrone, il priore Raffaele Vecchi e tutti i confratelli e consorelle di questa grande confraternita, sostenendoli nella fatica, in quello che loro chiamano affettuosamente, il dolce peso, il peso bello, perché diano testimonianza in queste ore del pellegrinaggio.
Madonna Addolorata,
Muta, trafitta, immobile    
Madre dolente stai! 
E dal Diletto esanime 
Gli occhi staccar non sai.
Non staccar neanche da noi gli occhi tuoi amabili e rendici uniti, il tuo unico manto, perché questa notte e per sempre non cada una sola preghiera anche quella balbettata in un istante, ma sincera per la salute, per l’ambiente, per il lavoro, per la legalità, per il figlio, la figlia, il papà o la mamma ammalata e per la nostra città sofferente, ammalata e desiderosa di risorgere.
Maria Santissima Addolorata noi vogliamo seguirti per tutta questa notte. Stare con te che dai sollievo al nostro dolore. Liberaci da questi venti di guerra che spirano nel mondo dalla Siria alla Corea soffiando per gli Stati Uniti e per la Russia. Liberaci dal terrorismo che serpeggia per l’Europa dalla Francia al Belgio, dalla Germania alla Gran Bretagna e ora alla Svezia e all’Egitto. Liberaci dall’indifferenza verso i migranti, donaci regole per l’accoglienza ispirate alla giustizia, alla prudenza, ma sempre alla solidarietà. Libera il nostro cielo, il nostro mare e la nostra terra dall’inquinamento. Liberaci dalle precarietà del lavoro, dalla disoccupazione particolarmente quella giovanile, dal caporalato, dall’illegalità e dagli inganni delle droghe diffuse dai mercanti di morte.
In questa via Crucis ti seguiremo perché la fede non è evadere dai problemi, ma usare tutti i mezzi del bene per risolverli. Illumina la nostra notte; fa che chi si propone per gli incarichi pubblici lo faccia per servire e non per essere servito.
Madonna Addolorata confidiamo in te; fa sorgere sulla nostra Città, a cominciare da Taranto vecchia la grazia della risurrezione per la passione del tuo figlio e per il tuo immenso amore di madre.
Prega per noi e benedici tutto questo popolo, tu che sei la nostra Madre.
Santa Madre deh voi fate che le piaghe del Signore,
siano impresse nel mio cuore."

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