Christus di Luigi Rizzola
1945. Dopo quattro anni di sospensione a causa del secondo conflitto mondiale, vengono ripristinati i Riti della Settimana Santa a Taranto.
Il maestro Luigi Rizzola, per l'occasione, decide di comporre una marcia funebre da eseguire durante il Pellegrinaggio dell'Addolorata. Il titolo è Christus.
A differenza di altre marce del repertorio tarantino, Christus è una marcia di difficile interpretazione già dalle primissime battute.
Anche il titolo presenta un'anomalia. Eh già! Spero che qualcuno di voi si sia domandato il motivo per cui Rizzola abbia deciso di titolare una marcia Christus, se poi la stessa è stata composta per il Pellegrinaggio dell'Addolorata!
Dobbiamo innanzitutto fare una doverosa precisazione: i compositori di marce funebri non sono da considerarsi musicisti di serie b, ne tanto meno la marcia funebre va considerata musica di poco conto.
Cacace, Rizzola, Lacerenza, Consenti fino a giungere ai più recenti Ippolito, Simonetti e Gregucci sono musicisti di primissimo livello perciò le loro composizioni non sono solo frutto dell'intuizione o della ispirazione del momento, ma sono da considerarsi come dei "palazzi" costruiti lentamente mattone su mattone.
Perciò tutto risponde ad un piano ben studiato dall'artista. Nulla è lasciato al caso.
Le prime tre battute apparentemente non dicono un granché. In un modo la marcia deve pure cominciare! Invece proprio le prime tre battute, a mio avviso, contengono la chiave di lettura per capire ed interpretare l'intera composizione, titolo compreso.
Nel 1914 viene pubblicato un poemetto dal titolo Zang Tumb-tumb di Marinetti, in cui il poeta futurista descrive l'assedio di Adrianopoli nel 1912. Bombardamenti, violenti bombardamenti, con parole, con suoni onomatopeici il Marinetti fa rivivere al lettore quei momenti drammatici.
E ciò che fa il Rizzola! Queste sono mie considerazioni e come tali devono essere prese!!!!
Le prime battute vogliono dire questo. Ormai la guerra è finita, gli echi dei bombardamenti, le lunghe note gravi, sono ormai lontani, rivivono ancora nella nostra mente ma è finita. Siamo qui e siamo vivi.
Cosi riusciamo anche a dare la risposta alla domanda sul titolo.
Christus è Taranto, che dopo la distruzione e la morte portate dalla guerra deve risorgere. Ed è una Taranto che si affida alla Vergine Addolorata.
La marcia presenta tre temi melodici principali.
A voler schematizzare la composizione si presenta in questo modo: A-B-C-C-C-A ed ogni tema presenta 8 misure.
Nella prima parte salta all'orecchio il suono dell'oboe.
"Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio."
L' atmosfera creata da questa melodia è desolazione, silenzio. È l'ora delle tenebre che calano sulla terra. Il protagonista in questa scena è il buio. Come la desolazione ed il buio vissuto dai tarantini durante la guerra, ad esempio in quella notte del novembre del 40 quando la nostra Taranto veniva bombardata.
"Alle tre Gesù gridò a gran voce:" Eloi, Eloi, lema' sabactani?"
Ecco le quattro battute in cui il Rizzola sfrutta tutto l'organico a sua disposizione. Un grido, il grido di Gesù che si innalza al culmine delle tre ore di tenebre, ma non un grido di abbandono ma di preghiera perché, come riferisce Benedetto XVI, nel momento dell'angoscia la preghiera diventa grido. E Gesù grida perché prende su di sé il grido degli uomini che soffrono.
Le battute successive ci traghettano al secondo momento della marcia (B), in cui la melodia, anche se conserva la tonalità minore, diventa più dolce e accorata.
"Padre nelle Tue mani consegno il mio spirito!"
È un atto di affidamento. Il Figlio, prima di spirare, affida la Sua vita al Padre.
Altre quattro battute sono il ponte che unisce questa parte con il trio, C, la terza parte in tonalità maggiore, esattamente la tonalità parallela maggiore, da DO minore a DO maggiore.
Per questa parte il genio del Rizzola tocca la punta più alta. Per scrivere questa frase si ispira infatti ad un opera del Puccini, Madame Butterfly.
L' aria si intitola "Quanto cielo, quanto mar!". E quando si parla di mare credo che il riferimento alla nostra Taranto diventi piuttosto evidente. Poi se prestiamo attenzione al testo del canto di Cio Cio Sun ci rendiamo conto ancora di più che questa marcia sia una vera e propria dedica alla città bimare. Non a caso questo trio viene ripetuto per ben tre volte come a voler incoraggiare il più possibile i tarantini ad non arrendersi, rimboccarsi le mani e dare inizio alla ricostruzione.
" Ah!Quanto cielo! Quanto mar! Spira sul mare e sulla terra in primaver il soffio giocondo! "
Il maestro Luigi Rizzola, per l'occasione, decide di comporre una marcia funebre da eseguire durante il Pellegrinaggio dell'Addolorata. Il titolo è Christus.
A differenza di altre marce del repertorio tarantino, Christus è una marcia di difficile interpretazione già dalle primissime battute.
Anche il titolo presenta un'anomalia. Eh già! Spero che qualcuno di voi si sia domandato il motivo per cui Rizzola abbia deciso di titolare una marcia Christus, se poi la stessa è stata composta per il Pellegrinaggio dell'Addolorata!
Dobbiamo innanzitutto fare una doverosa precisazione: i compositori di marce funebri non sono da considerarsi musicisti di serie b, ne tanto meno la marcia funebre va considerata musica di poco conto.
Cacace, Rizzola, Lacerenza, Consenti fino a giungere ai più recenti Ippolito, Simonetti e Gregucci sono musicisti di primissimo livello perciò le loro composizioni non sono solo frutto dell'intuizione o della ispirazione del momento, ma sono da considerarsi come dei "palazzi" costruiti lentamente mattone su mattone.
Perciò tutto risponde ad un piano ben studiato dall'artista. Nulla è lasciato al caso.
Le prime tre battute apparentemente non dicono un granché. In un modo la marcia deve pure cominciare! Invece proprio le prime tre battute, a mio avviso, contengono la chiave di lettura per capire ed interpretare l'intera composizione, titolo compreso.
Nel 1914 viene pubblicato un poemetto dal titolo Zang Tumb-tumb di Marinetti, in cui il poeta futurista descrive l'assedio di Adrianopoli nel 1912. Bombardamenti, violenti bombardamenti, con parole, con suoni onomatopeici il Marinetti fa rivivere al lettore quei momenti drammatici.
E ciò che fa il Rizzola! Queste sono mie considerazioni e come tali devono essere prese!!!!
Le prime battute vogliono dire questo. Ormai la guerra è finita, gli echi dei bombardamenti, le lunghe note gravi, sono ormai lontani, rivivono ancora nella nostra mente ma è finita. Siamo qui e siamo vivi.
Cosi riusciamo anche a dare la risposta alla domanda sul titolo.
Christus è Taranto, che dopo la distruzione e la morte portate dalla guerra deve risorgere. Ed è una Taranto che si affida alla Vergine Addolorata.
La marcia presenta tre temi melodici principali.
A voler schematizzare la composizione si presenta in questo modo: A-B-C-C-C-A ed ogni tema presenta 8 misure.
Nella prima parte salta all'orecchio il suono dell'oboe.
"Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio."
L' atmosfera creata da questa melodia è desolazione, silenzio. È l'ora delle tenebre che calano sulla terra. Il protagonista in questa scena è il buio. Come la desolazione ed il buio vissuto dai tarantini durante la guerra, ad esempio in quella notte del novembre del 40 quando la nostra Taranto veniva bombardata.
"Alle tre Gesù gridò a gran voce:" Eloi, Eloi, lema' sabactani?"
Ecco le quattro battute in cui il Rizzola sfrutta tutto l'organico a sua disposizione. Un grido, il grido di Gesù che si innalza al culmine delle tre ore di tenebre, ma non un grido di abbandono ma di preghiera perché, come riferisce Benedetto XVI, nel momento dell'angoscia la preghiera diventa grido. E Gesù grida perché prende su di sé il grido degli uomini che soffrono.
Le battute successive ci traghettano al secondo momento della marcia (B), in cui la melodia, anche se conserva la tonalità minore, diventa più dolce e accorata.
"Padre nelle Tue mani consegno il mio spirito!"
È un atto di affidamento. Il Figlio, prima di spirare, affida la Sua vita al Padre.
Altre quattro battute sono il ponte che unisce questa parte con il trio, C, la terza parte in tonalità maggiore, esattamente la tonalità parallela maggiore, da DO minore a DO maggiore.
Per questa parte il genio del Rizzola tocca la punta più alta. Per scrivere questa frase si ispira infatti ad un opera del Puccini, Madame Butterfly.
L' aria si intitola "Quanto cielo, quanto mar!". E quando si parla di mare credo che il riferimento alla nostra Taranto diventi piuttosto evidente. Poi se prestiamo attenzione al testo del canto di Cio Cio Sun ci rendiamo conto ancora di più che questa marcia sia una vera e propria dedica alla città bimare. Non a caso questo trio viene ripetuto per ben tre volte come a voler incoraggiare il più possibile i tarantini ad non arrendersi, rimboccarsi le mani e dare inizio alla ricostruzione.
" Ah!Quanto cielo! Quanto mar! Spira sul mare e sulla terra in primaver il soffio giocondo! "
Al seguente link ascolterete l'aria "Quanto cielo! Quanto mar!"
Al seguente link Christus di Rizzola.
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