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A piedi scalzi

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" Ma cosa dicono costoro!... Che accidenti vogliono!... Pretendono di non andare scalzi durante la Settimana Santa? Ma è un'eresia!... " Queste le parole riportate da Nicola Caputo nel suo libro "Settimana Santa nascosta", sui fatti accaduti nel 1913 quando alcuni confratelli chiesero in assemblea di andare "calzati" alla processione dei Sacri Misteri. Cosa penseranno da lassù Saverio Baldi (mio bisnonno), Umberto Ceci, Michele Romanazzi e tutti i confratelli, compreso il priore dell'epoca Angelo Caminiti, che si opposero a questa richiesta? Dopo un secolo "l'eresia" è avvenuta. Quest'anno andremo "calzati" o quasi. Ma non tradiremo le "nostre secolari Regole"! No, questo mai! Purtroppo abbiamo le mani legate. È un compromesso che si è stati costretti ad accettare pur di non saltare un altro anno.  Le primitive Regole del nostro Statuto del 1777 erano molto precise :" I confratelli dovranno and

I confratelli al tempo del Covid

Nonostante i giorni siano oramai tutti uguali, il tempo passa inesorabilmente e siamo giunti al primo grande momento. Il momento, che per molti di noi confratelli, segna l'inizio dei Riti della Settimana Santa a Taranto. O almeno avrebbe dovuto segnare l'inizio dei Riti....  Quinta domenica di Quaresima. I confratelli del Carmine diventano agli occhi della gente i "perdune". Cappuccio sul viso, bordone stretto nella mano, piedi scalzi. I penitenti. L'immagine più emblematica della Settimana Santa a Taranto. E poi il suono della Troccola. Il simulacro della Vergine Addolorata intronizzato sull'altare. La chiesa affollata di fedeli. Crocicchi di confratelli fuori dalla chiesa a tentare di chiudere un accordo per una posta o una sdanga. E poi :" Domani vai al Concerto?" E si perché lunedì è il Lunedì di Passione e ci sarebbe stato il concerto a San Domenico. Torna di nuovo il condizionale... Un condizionale carico di rammarico, di tristezza per gesti, m

La Settimana Santa ai tempi del Covid

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Da un anno la vita di ciascuno di noi è stata stravolta. Viviamo in uno stato di perenne emergenza, di allarmismo continuo che ha totalmente modificato le nostre abitudini, il nostro vivere quotidiano.  I nostri figli ormai detenuti nelle abitazioni senza la possibilità di socializzare, di condividere, di imparare, di confrontarsi.  Noi, adulti, che dobbiamo fare fronte a questa realtà sempre più complicata.  Ma la vita va avanti. Ed a piccoli passi stiamo reagendo. È ciò che stiamo cercando di fare anche a livello confraternale.  Penso che tutti noi abbiamo il ricordo dello scorso anno. Quelle immagini trasmesse in streaming dalla Chiesa di San Domenico e dalla Chiesa del Carmine.  Il simulacro della Vergine Addolorata che si affaccia per pochi minuti dal ballatoio senza che fuori vi sia la moltitudine di fedeli che tradizionalmente L' attendono. Le lacrime del confratello del Carmine di picchetto alla bara di Gesù Morto, don Marco Gerardo, padre spirituale della Confr