Taranto riparte dalla Settimana Santa
fonte:sito Studio100TV |
Taranto riparte dalla Settimana Santa!
È stato questo il messaggio lanciato dalla emittente televisiva Studio100 durante le dirette dei Riti della Settimana Santa a Taranto.
Ma in che modo i nostri Riti dovrebbero aiutare Taranto a ripartire?
Spero che nelle intenzioni della emittente non ci sia stata la volontà di far passare il messaggio dei Riti come un prodotto da vendere.
Ma non credo, pertanto non prenderò in considerazione questo aspetto.
Ma cosa significa piuttosto ripartire dalla Settimana Santa?
Per capire questo concetto bisogna, a mio avviso, sapere cosa è la Settimana Santa.
La Settimana Santa è il culmine del progetto salvifico che il Signore realizza nei confronti della umanità.
Nei giorni del Triduo Pasquale riviviamo i momenti della istituzione della Eucarestia(facciamo memoriale!), della Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Perciò quando si fa riferimento alla Settimana Santa si fa riferimento ad un momento puramente religioso.
La pietà popolare, i Riti, sono un ausilio alla liturgia.
" Nell’affermare il primato della Liturgia, «culmine a cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, fonte da cui promana tutta la sua virtù» (Sacrosanctum Concilium 10), il Concilio Ecumenico Vaticano II ricorda tuttavia che «la vita spirituale non si esaurisce nella partecipazione alla sola Liturgia» (ibidem 12). Ad alimentare la vita spirituale dei fedeli vi sono, infatti, anche «i pii esercizi del popolo cristiano», specialmente quelli raccomandati dalla Sede Apostolica e praticati nelle Chiese particolari su mandato o con l’approvazione del Vescovo."(Direttorio sulla pietà popolare e liturgia, Decreto)
Liturgia e rito non possono essere disgiunti, anche se il primato spetta alla liturgia.
Perciò parlare di Settimana Santa o più precisamente, e credo fosse l'intenzione della emittente, di Riti della Settimana Santa, significa che Taranto dovrebbe ripartire da Cristo.
Un messaggio dalla valenza fortemente religiosa, dunque.
A me, da cristiano cattolico, farebbe piacere se il messaggio fosse recepito proprio in questa maniera: "Taranto riparte da Cristo!"
Ma mi rendo conto delle difficoltà che un messaggio del genere può incontrare in questa società dove c'è sempre meno spazio per Dio.
Bisogna, pertanto, rivedere questo slogan e leggerlo con una chiave di lettura differente.
Taranto per ripartire dovrebbe prendere ad esempio l'atteggiamento del confratello durante il Rito.
Attenzione parlo di atteggiamento. Non voglio che qualcuno interpreti questo mio concetto in maniera errata. Noi confratelli non ci ergiamo ad esempio per nessuno. Siamo normalissimi cittadini con pregi e difetti.
Dico solo che per ripartire la nostra Taranto dovrebbe prendere esempio dal modo con cui i confratelli vivono la Settimana Santa.
Tradizione, fede e sacrificio.
Tradizione: Taranto per ripartire deve attingere dalla Tradizione, cioè dal suo passato fatto di storia e di cultura.
Taranto, la città fra le più belle colonizzate dai greci, con il suo patrimonio storico e culturale potrebbe tranquillamente risollevarsi dallo stato comatoso in cui versa da ormai troppo tempo.
Fede: non parlo di fede, intesa come credo religioso (le spiegazione le ho enunciate prima!), ma di fede come patto di amore e fedeltà del cittadino nei confronti della propria città.
Taranto bisogna amarla e rispettarla. Basta con questa inciviltà che vediamo ad ogni angolo di strada. È cosa indegna ed indecente!
Sacrificio: basta piangersi addosso, ci si rimboccano le maniche della camicia e si comincia a contribuire nel limite delle proprie possibilità per riportare nella nostra Taranto benessere.
È stato questo il messaggio lanciato dalla emittente televisiva Studio100 durante le dirette dei Riti della Settimana Santa a Taranto.
Ma in che modo i nostri Riti dovrebbero aiutare Taranto a ripartire?
Spero che nelle intenzioni della emittente non ci sia stata la volontà di far passare il messaggio dei Riti come un prodotto da vendere.
Ma non credo, pertanto non prenderò in considerazione questo aspetto.
Ma cosa significa piuttosto ripartire dalla Settimana Santa?
Per capire questo concetto bisogna, a mio avviso, sapere cosa è la Settimana Santa.
La Settimana Santa è il culmine del progetto salvifico che il Signore realizza nei confronti della umanità.
Nei giorni del Triduo Pasquale riviviamo i momenti della istituzione della Eucarestia(facciamo memoriale!), della Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Perciò quando si fa riferimento alla Settimana Santa si fa riferimento ad un momento puramente religioso.
La pietà popolare, i Riti, sono un ausilio alla liturgia.
" Nell’affermare il primato della Liturgia, «culmine a cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, fonte da cui promana tutta la sua virtù» (Sacrosanctum Concilium 10), il Concilio Ecumenico Vaticano II ricorda tuttavia che «la vita spirituale non si esaurisce nella partecipazione alla sola Liturgia» (ibidem 12). Ad alimentare la vita spirituale dei fedeli vi sono, infatti, anche «i pii esercizi del popolo cristiano», specialmente quelli raccomandati dalla Sede Apostolica e praticati nelle Chiese particolari su mandato o con l’approvazione del Vescovo."(Direttorio sulla pietà popolare e liturgia, Decreto)
Liturgia e rito non possono essere disgiunti, anche se il primato spetta alla liturgia.
Perciò parlare di Settimana Santa o più precisamente, e credo fosse l'intenzione della emittente, di Riti della Settimana Santa, significa che Taranto dovrebbe ripartire da Cristo.
Un messaggio dalla valenza fortemente religiosa, dunque.
A me, da cristiano cattolico, farebbe piacere se il messaggio fosse recepito proprio in questa maniera: "Taranto riparte da Cristo!"
Ma mi rendo conto delle difficoltà che un messaggio del genere può incontrare in questa società dove c'è sempre meno spazio per Dio.
Bisogna, pertanto, rivedere questo slogan e leggerlo con una chiave di lettura differente.
Taranto per ripartire dovrebbe prendere ad esempio l'atteggiamento del confratello durante il Rito.
Attenzione parlo di atteggiamento. Non voglio che qualcuno interpreti questo mio concetto in maniera errata. Noi confratelli non ci ergiamo ad esempio per nessuno. Siamo normalissimi cittadini con pregi e difetti.
Dico solo che per ripartire la nostra Taranto dovrebbe prendere esempio dal modo con cui i confratelli vivono la Settimana Santa.
Tradizione, fede e sacrificio.
Tradizione: Taranto per ripartire deve attingere dalla Tradizione, cioè dal suo passato fatto di storia e di cultura.
Taranto, la città fra le più belle colonizzate dai greci, con il suo patrimonio storico e culturale potrebbe tranquillamente risollevarsi dallo stato comatoso in cui versa da ormai troppo tempo.
Fede: non parlo di fede, intesa come credo religioso (le spiegazione le ho enunciate prima!), ma di fede come patto di amore e fedeltà del cittadino nei confronti della propria città.
Taranto bisogna amarla e rispettarla. Basta con questa inciviltà che vediamo ad ogni angolo di strada. È cosa indegna ed indecente!
Sacrificio: basta piangersi addosso, ci si rimboccano le maniche della camicia e si comincia a contribuire nel limite delle proprie possibilità per riportare nella nostra Taranto benessere.
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