Il confratello Nicola De Florio, decano dei maestri dei novizi

Il confratello Nicola De Florio
Nicola De Florio. Il Sig.De Florio, dovrei dire.
Quanti di noi lo hanno avuto come maestro dei novizi?
Quanti di noi lo portano e lo porteranno sempre nel cuore?
Non a caso ho deciso di pubblicare questo post in concomitanza con la festa della nostra Titolare.
È la festa di tutti noi, ma in particolar modo dei novizi e delle novizie. Allora perché non ricordare il decano dei maestri dei novizi?
Ringrazio Giuseppe De Florio, figlio primogenito di Nicola, per la generosa collaborazione offerta.
La giornata del Sig.De Florio aveva inizio con il segno della Croce e terminava la sera con un ringraziamento al Signore.
La sua è stata una vita vissuta con decoro.
È stato un padre molto affettuoso, attento alla famiglia e alle sue esigenze.
Quando non lavorava gli piaceva trascorrere il tempo in famiglia, non solo con i figli, Giuseppe, Luca e Davide, e con la moglie Anna, ma anche con i fratelli e le cognate.
Poi le feste "tradizionali" erano sacre: Natale, Pasqua, l'Immacolata.
Viveva la Quaresima da buon cristiano, nel silenzio e nella riservatezza. Faceva "fioretti", pregava molto e partecipava alle attività parrocchiali, con ardore, con passione, con spirito fraterno.
La confraternita era la sua vita ed i confratelli erano suoi "figli".
S'impegnava in modo che un evento potesse svolgersi nel miglior modo possibile, fosse una processione o una funzione in chiesa.
Questo perché voleva che all'esterno la gente vedesse nei confratelli gente perbene, gente "decorosa", dei buoni cristiani.
E quando questo suo intento era frainteso ci rimaneva male.
Era ben voluto e stimato da tutti, per la sua onestà e per la sua disponibilità.
La Settimana Santa era si importante ma non quanto la festa della Titolare a cui teneva particolarmente.
Non sopportava le persone costruite, quelle che "fanno" per farsi notare o avere qualcosa in cambio.
La parola carità, per lui, aveva un senso, quello vero, quello puro, mettersi a disposizione degli altri e donarsi anche in  situazioni o per persone che non avrebbero meritato nulla.
Da piccolo, ricorda Giuseppe, spiegava ai figli i simboli presenti sulla Croce dei Misteri, e si commuoveva.
La sua, in pubblico, era una commozione non plateale ma discreta.
Legato alla sua confraternita, spesso ci rimetteva del suo, anche dal punto di vista economico, non chiedendo i dovuti rimborsi.
Ricorda Giuseppe l'acquisto a Napoli di alcuni lumi e la riparazione del Gonfalone, che fece fare alla moglie Anna, senza che la confraternita spendesse un euro (all'epoca una lira).
Poi nel 1978 fu chiamato dal priore avv.Cosimo Solito a ricoprire l'incarico di maestro dei novizi.
Nei primi incontri di noviziato la domanda era d'obbligo:"Perché vuoi diventare confratello del Carmine?"
Se qualcuno rispondeva per la Settimana Santa, la sua risposta era secca:"No, per appartenere a Maria e sul Suo esempio essere caritatevoli verso gli altri!"
Concludo questo ricordo del mio "maestro" ringraziando sempre la Vergine Santa del grande dono che mi ha fatto ponendo questo uomo sulla mia strada e riportando una frase che andava ripetere spesso:"Dovrebbe essere tutto semplice, perché basta Maria!"
Alla vostra sinistra Giuseppe De Florio, figlio di Nicola

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