La sequenza Fiore del Carmelo ed un personalissimo ricordo

Flos Carmeli
vitis florigera,
splendor coeli,
Virgo puerpera, / singularis.
Mater mitis,
sed viri nescia,
Carmelitis
esto propitia, / Stella maris.
Radix Iesse
germinans flosculum,
nos adesse
tecum in saeculum / patiaris.
Inter spinas
quae crescis lilium
serva puras
mentes fragilium, / tutelaris!
Armatura
fortis pugnantium
furunt bella,
tende praesidium / scapularis.
Per incerta
prudens consilium,
per adversa
iuge solatium / largiaris.
Mater dulcis
Carmeli domina,
plebem tuam
reple laetitia / qua bearis.
Paradisi
clavis et ianua,
fac nos duci
quo, Mater, gloria / coronaris.
Amen.
Flos Carmeli, in italiano Fiore del Carmelo, è una sequenza attribuita a San Simone Stock, il santo a cui la Vergine nel 1251 donò il santo Scapolare.
Circa vent'anni fa, un confratello del Carmine, Salvatore Volpe, fece sentire questa sequenza in musica a don Franco Costantini, parroco e padre spirituale della confraternita. Piacque cosi tanto che don Franco la inserì nel repertorio dei canti per la festa della Titolare.
La melodia effettivamente è molto orecchiabile e ricorda in parecchi passaggi un canto molto conosciuto, l'Alleluja ed oggi ancora.

Come per Vergine del Carmelo anche per Fiore del Carmelo non esiste spartito.



Eravamo tutti nella cappellina. I confratelli anziani ci stavano sistemando l'abito. Ormai eravamo neo aggregati.
Il protocollo in vigore nel 1997 prevedeva che un neo confratello andasse ad accendere una candela al cero pasquale posto sull'altare.
Ritornando in cappellina il confratello avrebbe consentito l'accensione ai nuovi confratelli della candela che ognuno teneva tra le mani.
"Come già nel giorno del vostro Battesimo, ora vi è stata consegnata una candela accesa al cero pasquale. Abbiate cura di vivere in modo più autentico la vostra vita cristiana, con l'esempio e il modello della Beata Vergine del Monte Carmelo, per essere luce del mondo e sale della terra, e perché gli uomini, vedendo le vostre opere buone, glorifichino il Padre nostro che è nei cieli." (Opuscolo curato da don Antonio Caforio il 31 maggio 1977, consegnato agli aspiranti confratelli prima della cerimonia di vestizione.)
Nicola De Florio, maestro dei novizi, si avvicinò a me:"Francesco, vieni qua. Ora devi uscire da solo!"
La porticina della cappellina si spalanco'. Uscii per la prima volta vestito da confratello.
Ero nella navata centrale con lo sguardo fisso verso l'altare dove imperiosa c'era Lei.
Ma sentivo la gente che bisbigliava. "Il nostro Francesco". Il Carmine era la mia casa e tanta la gente che mi conosceva. Non ero un estraneo.
Il coro intonava Fiore del Carmelo. Da allora questo canto mi è entrato nel cuore.

Fior del Carmelo,
vite fiorente,
splendor del cielo,
tu solamente sei vergin Madre.
 Madre mite
  e intemerata,
  ai figli tuoi
  sii propizia,    stella del mare.
Ceppo di Jesse,
che il fior produce,
a noi concedi
di rimanere con te per sempre.
  Giglio cresciuto
  Tra le alte spine,
  pure conserva
  le menti fragili    e dona aiuto.
Forte armatura
dei combattenti,
la guerra infuria:
poni a difesa lo scapolare.
  Nell’incertezza
  dacci consiglio,
  nella sventura
  dal cielo impètra    consolazione.
Madre e Signora
del tuo Carmelo,
di quella gioia
che ti rapisce sazia i cuori.
  O chiave e porta
  del Paradiso,
 fa' che giungiamo
  ove di gloria  sei coronata.
Amen.

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