Una sottile linea tra cultura e devozione

Da una parte la Pietà di Michelangelo, dall'altra la "nostra" Addolorata. (Però il raffronto lo avrei potuto fare con una qualsiasi altra statua dei Sacri Misteri ed un'opera similare scelta nel vasto campo dell'arte.)
Nel vedere queste due immagini quali sentimenti provate?
Tento di dare una risposta e poi ditemi se ci sono andato vicino!
Nell'osservare la Pietà certamente avrete pensato alla meravigliosa bellezza di questa scultura, all'abilità dello scultore nell'incidere e lavorare il marmo, alla plasticità e alla morbidezza delle linee. Un'opera d'arte!
Nell'osservare, invece, la statua della Vergine Addolorata sono convinto che avrete pensato a tutt'altro. Non è vero? Eppure non si può dire che sia una brutta statua! Non sarà un'opera d'arte come la Pietà, ma credo che il suo volto non abbia eguali.
Davanti all'immagine dell'Addolorata probabilmente più di qualcuno si sarà fermato a riflettere, pensieri che riguardano la sfera personale, quella più intima e spirituale.
Perché accade questo? Eppure le due figure rappresentano la Vergine quasi nel medesimo momento. La Pietà ci offre la scena di Maria che stringe a sé il suo Figlio una volta deposto dalla croce. L'Addolorata potrebbe  tranquillamente rappresentare la Vergine nel momento appena precedente o quello immediatamente successivo a quello della Pietà.
Eppure evocano reazioni totalmente differenti.
Potrei, per sintetizzare il concetto da me espresso, affermare che la Pietà sia un patrimonio dal punto di vista artistico e culturale, invece l'Addolorata un patrimonio dal punto di vista devozionale.
Quella statua da noi tarantini è tanto amata non perché bella come un'opera d'arte ma perché ci aiuta a pregare, ci aiuta a vivere la Settimana Santa, a capire l'importanza del "mistero" che stiamo celebrando, a capire che in qualunque momento della nostra vita avremo sempre la Mamma pronta a consolarci, a sostenerci ed ad aiutarci.
Quel simulacro è nato per questo fine.
Con la sobrietà di quell'abito nero, con quel semplice cuore e fazzoletto tra le mani.
Un accessorio in più la trasformerebbe in altro.
Ricordo, inoltre con grande nostalgia, ciò che mi diceva e ripeteva ogni anno l'amico e confratello Peppe Albano.
"France, lo sguardo della Madonna a settembre è diverso da quello che ha il giovedì santo.
Così vestita per la festa "grande" sembra un'altra statua."
In un primo momento alle parole di Peppe non ci facevo molto caso, ma poi effettivamente dovetti dargli ragione.
Questo perché? Perché le statue e i simboli della nostra Settimana Santa tarantina hanno un senso, un significato, un valore in quei giorni e solo in quei giorni.
Diversamente da questo significherebbe non rispettarli.
Anche lo stesso simulacro della Vergine Addolorata che esce a settembre per la "sua" festa, stranamente stona. Sembra assurdo, ma è così!
Significherebbe farli diventare come la Pietà di Michelangelo, cioè rivestirli di un valore culturale ma spogliarli di quello spirituale e devozionale.
Praticamente li trasformeremmo in ciò che non sono, belle statue e nulla più!

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