La festività del Corpus Domini

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Abbiamo nel Calendario romano una serie di feste, sorte nel corso del secondo millennio, alla cui origine c'è una determinata corrente devozionale del loro tempo.
Queste festività hanno come oggetto una certa verità di fede o una particolare visione teologica del mistero di Cristo. Sono state chiamate feste "di idee" o feste "di devozione".
Noi preferiamo chiamarle feste "di devozione" perché traggono origine dalla pietà particolare di un determinato gruppo, che intende esprimere pubblicamente la sua devozione con una festa speciale. Si tratta di festività che non si celebrano in una data fissa.
La solennità del Ss. Corpo e Sangue di Cristo fu una risposta di fede e di culto alle controversie e dottrine ereticali sul mistero della presenza reale di Cristo nell'eucarestia, fu il coronamento di un movimento di ardente devozione verso l'augusto sacramento dell'altare.
Furono però le rivelazioni di Giuliana di Cornillon, monaca agostiniana di Liegi in Belgio, ad avere un influsso decisivo nell'introduzione della festività, che per prima volta si celebrò nella diocesi di Liegi nel 1247.
Urbano IV, già arcidiacono di Liegi e confessore di Giuliana, la istituì nel giovedì dopo l'ottava di Pentecoste con la bolla Transiturus dell'8 settembre 1264, documento che sviluppa una presentazione felicemente unitaria dell'eucarestia come sacrificio e banchetto.
L'eucarestia è nutrimento spirituale e comunione con Cristo in essa presente; la celebrazione eucaristica è il luogo dove appare evidente la comunione ecclesiale; l'eucarestia è segno dell'alleanza che Dio ha stabilito con gli uomini; la celebrazione eucaristica è memoriale della morte del Signore.
La solennità del Ss. Corpo e Sangue di Cristo è in qualche modo un doppione d Giovedì Santo.
Si tratta però di una festività che ha delle profonde radici nella pietà del popolo cristiano e come tale va rivalutata.

Bibliografia:
Matias Auge', L'Anno liturgico, Città del Vaticano, pag.227,231,232,234.

Dal Direttorio sulla pietà popolare.

1927, processione del Corpus Domini, tratto da Destinazione Dio
160. Il giovedì che segue la solennità della santissima Trinità la Chiesa celebra la solennità del sacratissimo Corpo e Sangue del Signore. La festa, estesa nel 1264 da papa Urbano IV a tutta la Chiesa latina, da una parte costituì una risposta di fede e di culto a dottrine ereticali sul mistero della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, dall’altra fu il coronamento di un movimento di ardente devozione verso l’augusto Sacramento dell’altare.

La pietà popolare, dunque, favorì il processo istitutivo della festa del Corpus Domini; a sua volta, questa fu causa e motivo del sorgere di nuove forme di pietà eucaristica nel popolo di Dio.

Per secoli, la celebrazione del Corpus Domini è stata il principale punto di convergenza della pietà popolare verso l’Eucaristia. Nei secoli XVI-XVII, la fede, ravvivata dal bisogno di reagire alle negazioni del movimento protestante, e la cultura – arte, letteratura, folklore – hanno concorso a rendere vive e significative molte espressioni della pietà popolare verso il mistero dell’Eucaristia.

161. La devozione eucaristica, così radicata nel popolo cristiano, deve tuttavia essere educata a cogliere due realtà di fondo:

- che supremo punto di riferimento della pietà eucaristica è la Pasqua del Signore; la Pasqua infatti, secondo la visione dei Padri, è la festa dell’Eucaristia, come, d’altra parte, l’Eucaristia è anzitutto celebrazione della Pasqua, ossia della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù;

- che ogni forma di devozione eucaristica ha un intrinseco riferimento al Sacrifico eucaristico o perché dispone alla sua celebrazione o perché prolunga gli orientamenti cultuali ed esistenziali da essa suscitati.

Perciò il Rituale Romano ammonisce: «I fedeli, quando venerano Cristo presente nel Sacramento, ricordino che questa presenza deriva dal Sacrificio e tende alla comunione sacramentale e spirituale».[169]

162.     La processione nella solennità del Corpo e Sangue di Cristo è, per così dire, la “forma tipo” delle processioni eucaristiche. Essa infatti prolunga la celebrazione dell’Eucaristia: subito dopo la Messa, l’Ostia, che in essa è stata consacrata, viene portata fuori dall’aula ecclesiale perché il popolo cristiano «renda pubblica testimonianza di fede e di venerazione verso il santissimo Sacramento».[170]

I fedeli comprendono e amano i valori insiti nella processione del Corpus Domini: essi si sentono “popolo di Dio” che cammina con il suo Signore proclamando la fede in lui, divenuto veramente il “Dio-con-noi”.

È necessario tuttavia che nelle processioni eucaristiche siano osservate le norme che ne regolano lo svolgimento,[171] in particolare quelle che ne garantiscono la dignità e la riverenza dovuta al santissimo Sacramento;[172] ed è pure necessario che gli elementi tipici della pietà popolare, come l’addobbo delle vie e delle finestre, l’omaggio dei fiori, gli altari dove verrà collocato il Santissimo nelle soste del percorso, i canti e le preghiere, «portino tutti a manifestare la loro fede in Cristo, unicamente intenti alla lode del Signore»,[173] e alieni da forme di competizione.

163. Le processioni eucaristiche si concludono ordinariamente con la benedizione del santissimo Sacramento. Nel caso specifico della processione delCorpus Domini, la benedizione costituisce la conclusione solenne dell’intera celebrazione: al posto della consueta benedizione sacerdotale viene impartita la benedizione con il santissimo Sacramento.

È importante che i fedeli comprendano che la benedizione con il santissimo Sacramento non è un forma di pietà eucaristica a sé stante, ma è il momento conclusivo di un incontro cultuale sufficientemente prolungato. Perciò la norma liturgica vieta «l’esposizione fatta unicamente per impartire la benedizione».[174]


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