8 maggio: Allocuzione di monsignor Santoro.

Tratto dal sito della diocesi di Taranto
Discorso per la consegna del simulacro di San Cataldo al Sindaco di Taranto 
ALLOCUZIONE DI MONSIGNOR ARCIVESCOVO
Egregio Signor Sindaco, Dott. Ippazio Stefano,
saluto il nostro prefetto, S. E. Dott. Umberto Guidato,
distinte autorità civili e militari, Venerabile Capitolo metropolitano,
eccoci a compiere un gesto che per me diventa di anno in anno molto caro, la consegna della statua del Santo alla Città. Comincia per lei Signor Sindaco la parte finale del suo mandato e le auguro che sia ugualmente un tempo di incontri, di confronti con quella parte generosa della città, di fiducia.
In quest’anno celebriamo il Giubileo, l’anno santo della Misericordia e, insieme alle comunità ecclesiali, già varie categorie sociali stanno varcando la porta santa della nostra Cattedrale: i giovani, i ragazzi, le famiglie, gli ammalati, il volontariato ecc..
La festa di San Cataldo è l’occasione per celebrare non appena il giubileo di una categoria di persone, ma il giubileo della Città, il giubileo per Taranto. Col santo Patrono che attraversa il Mar Grande, il Mar Piccolo, e le nostre strade si riaccenda per tutti, anche in mezzo alle difficoltà, un cammino di rinascita.
La festa del nostro Patrono, San Cataldo, è l’occasione per rinnovare con la testardaggine della speranza l’invito ad una crescita, ad un risveglio. La mia preoccupazione fondamentale è di Pastore; per questo, guardando l’esempio di San Cataldo osserviamo che egli, innanzitutto ha suscitato la fede con l’annuncio del Vangelo e con la proposta di Cristo risorto, fonte di Misericordia per tutti. San Cataldo si è fatto vicino  al suo popolo, curando le ferite, offrendo il perdono di Dio e rinnovando, a partire dalla carità, il tessuto della società. Una felice iniziativa di stampa dei dipinti cataldiani presenti in Cattedrale ci mostra da vicino San Cataldo che ridona la vista ad un cieco, cura degli ammalati e persino dà la vita ad un morto.
Dalla fede, dalla comunione con Cristo, nasce la carità, cioè la comunione con i fratelli e la solidarietà. Dalla fede San Cataldo fece sviluppare anche l’educazione e la ripresa sociale del nostro popolo. Nei nostri tempi ed in vista del futuro di Taranto, insieme con lo sviluppo della fede e della carità, a partire da questo provvidenziale Giubileo della Misericordia, mi sembra opportuno auspicare, a partire dalla educazione e dalla cultura, la rinascita di Taranto  e della nostra amatissima comunità cittadina senza lasciarsi avvolgere dalla rassegnazione e dal pessimismo.
Così potremo cogliere gli elementi anche più modesti di novità positiva per imprimere quella svolta civile, sociale ed economica che Taranto merita nell’Italia e nel Mediterraneo.
I segnali che fanno sperare sono visibili, oltre che nel castello Aragonese con i suoi record di visite, nelle nostre strutture museali: il Museo Archeologico Nazionale, il restyling del Museo Diocesano, l’infopoint della Città Antica Cristiana, la valorizzazione degli Ipogei e di altre strutture della Taranto Magno-Greca.
Altri fattori positivi sono inoltre il rilancio del Porto e le speranze suscitate dal contratto istituzionale di sviluppo che possa abbracciare anche  l’Università, il Paisiello, la Madonna della Salute, nel quadro di una riqualificazione complessiva della Città Vecchia e di una bonifica del Mar Piccolo.
Ci sono anche dei segnali interessanti di diversificazione produttiva in alcune aziende che per anni hanno lavorato solo per la siderurgia e che hanno iniziato a diversificare clienti e attività produttive.
Certo rimane molto alto il livello di disoccupazione in modo particolare di quella giovanile e sono sempre lunghe le file dei poveri e dei bisognosi alle nostre mense della Caritas. Il mio pensiero va a tutti quelli che hanno perso o rischiano di perdere il lavoro, ultimi i dipendenti di Isola verde. Avrei anche desiderato che per San Cataldo fosse attivata la presenza dei Carabinieri nel palazzo Fornari nella Città Vecchia; questo non è accaduto. Chissà quali “misteri” impediscono l’apertura di un edificio del comune, già pronto. Speriamo che in breve tempo questo presidio di legalità possa essere attivo. Parlando di legalità, colgo l’occasione per salutare il Procuratore uscente, Dott. Sebastio, per la preziosa attività svolta in tanti anni alla guida della Procura locale, ed il suo successore il Dott. Capristo al quale auguriamo un proficuo lavoro nella nostra complessa realtà. Persistono infatti difficoltà ed incertezze nei confronti del futuro, ma invito a cogliere anche i segni positivi, anche se limitati. E rimaniamo ancora aperti e disponibili all’accoglienza dei migranti, profughi e rifugiati.
Ieri sera abbiamo risvegliato con un concerto artistico l’ organo della Cattedrale che era rimasto silente dopo il Giubileo dall’anno 2000. C’è voluto il Giubileo della Misericordia per farlo riprendere; e ciò è stato possibile grazie al contributo di alcuni privati. È un segno che rivela che fatti nuovi possono accadere quando alla responsabilità del potere pubblico si unisce l’opera dei privati. Così, per l’impegno delle varie componenti della Comunità diocesana, è in ritmo avanzato di costruzione il Centro Notturno di Accoglienza per senza tetto qui alle spalle nel Palazzo Santacroce.
San Cataldo ci sorregga nelle nostre responsabilità e insegni a noi l’amore vero per questa città che nei prossimi mesi dovrà riorganizzare la sua la sua rappresentanza.
Le consegno Signor Sindaco la statua, la consegno a ciascun tarantino, perché simbolicamente ognuno capisca che la santità appartiene a tutti, e che questo Giubileo della Misericordia ci rinfranchi e ci incoraggi tutti.

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