Un Centro di Accoglienza dal ricavato delle "gare"

Di Giacomo Rizzo,tratto da I Riti della Settimana Santa, inserto della Gazzetta del Mezzogiorno.
Una testimonianza in “pietra” della bellezza attraente della fede e della storia tarantine. Così l'arcivescovo Filippo Santoro ha definito il nuovo Centro notturno di accoglienza per senza fissa dimora, che sorgerà alle spalle del duomo, nel palazzo Santacroce. Un progetto che parte da lontano e diventa ulteriore germoglio di carità. E' questa-la carità- una delle tre parole programmatiche (le altre sono attrazione e missione) per la città vecchia che il pastore della Chiesa tarantina ha consegnato all'inizio dell'anno, dopo vari incontri nelle fabbriche, nelle scuole, negli ospedali, nelle parrocchie. “In realtà-ha spiegato-sono aspetti della fede che non possono viversi separatamente, sono segmeni dell'unico passo di chi crede e li abbiamo messi in relazione con alcuni punti nevralgici della nostra società: la famiglia, i giovani e la vocazione.” Sarà cotruito un Centro rivolto alla carità e specialmente all'accoglienza dei senzatetto, che di sera riparano in luoghi di fortuna. La sua collocazione è fortemente simbolica perchè nasce in un vecchio immobile di proprietà della Curia metripolitana di Taranto, già da anni dedicato alla Caritas, ma che adesso verrà ristrutturato rendendolo accessibile, abbattendo ogni barriera architettonica grazie anche agli ascensori e sviluppato su uattro livelli. E' una risposta concreta, fanno rilevare dalla Dioceso, all'appello di papa Francesco di predisporre i beni della Chiesa all'accoglienza dei poveri. Per espressa volontà dell'arcivescovo Filippo, nascerà così questo nuovo centro Caritas. Monsignor Santoro desidera che il centro propulsore della carità veda la sua luce alle spalle della sua abitazione e della Cattedrale nel cuore del borgo antico. Si tratta, in particolare, di palazzo Santacroce, una residenza nobiliare della seconda metà del 1700, appartenuta appunto al baone Santacroce. Il progetto, presentato in occasione dell'ultima settimana diocesana della fede, è ormai esecutivo. Saranno 60 i posti letto, 20 per le donne (la cui domanda in questo ambito è inferiore) e 40 per gli uomini. Gli ambienti saranno dotati naturalmente di ogni comfort e servizi igienici, 20 docce, 10 per gli uomini e 10 per le donne e di guardaroba dove i senza fissa dimora potranno rifornirsi di effetti personali e di biancheria oltre anche di altri capi di vestiario. In più il progetto, che ospiterà due appartamenti, uno per la prima accoglienza di ragazze madri, il secondo invece per la prima accoglienza di minori, prevede una mensa con sessanta coperti, due ambulatori, uno generico e uno ginecologico, alcune sale per i cossidetti centro d'ascolto e una sala multimediale per la formazione dei volontari. La progettazione e l'esecuzione, sotto la supervisione attenta di monsignor Santoro, che segue direttamente ogni fase, sono frutto di un lavoro corale dell'economato diocesano, dell'ufficio di edilizia e di culto della curia, della Caritas e dell'Ufficio Confraternite. Progettista è l'ingegnere Domenico Mancini. Il centro sarà gestito direttamente dall'Arcidiocesi, che non ha ufficializzato il budget necessario per il dormitorio. I costi dell'opera in tutte le sue parti, arredi completi, dovrebbero superare anche i due milioni di euro. La raccolta è ancora insufficiente a coprire le spese e ogni iniziativa diocesana di sensibilizzazione sarà indirizzata a questo progetto comune. Sono destinate all'iniziativa le offerte che l'arcivescovo riceve per la carità, le offerte dei sacerdoti, delle confraternite, delle associazioni. Anche la conferenza episcopale italiana, si apprende dalla Curia, ha stanziato dei fondi per il progetto provenienti dalla donazione degli italiani attravero l'8x1000. L'iniziativa fu lanciata dall'arcivescovo due anni fa, quando stabilì che le gare per l'aggiudicazione dei simboli dovevano svolgersi il quarto sabato di quaresima e non la Domenica delle Palme. La tradizione è stata poi ripristinata nel 2014. Mons.Santoro chiese alle Confraternite di impegnarsi ancora di più “con semplicità e vero spirito cristiano a ricercare forme sempre più evangeliche di riproposizione delle nostre tradizioni allontando con coraggio tutto ciò che potrebbe offuscare il bello e il vero che celebriamo”. La realizzazione di un centro di accoglienza per i senza fissa dimora un segno tangibile del progetto di carità diocesano.

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