Francesco Antonio Calò e Taranto alla fine del 1700

Carlo III di Borbone
Nel 1738 diventa re di Napoli e di Sicilia Carlo III. Taranto comincia ad uscire dal suo isolamento; vengono inviati cartografi, nel 1748 s'inizia la costruzione del convento di San Pasquale, per interessamento della regina Amalia.
Ma nel 1759, Carlo III diviene re di Spagna ed gli succede il figlio Ferdinando IV.
Nonostante si mostri un sovrano feroce, la vita a Taranto scorre inalterata.
Diamo un po' di numeri: alla fine del XVIII secolo Taranto contava 11.526 abitanti. Secondo i dati del catasto del 1746, oltre all'arcivescovo, a Taranto vivevano 368 religiosi, dei 3.483 capi famiglia iscritti al catasto, 143 erano nobili, 18 nobili viventi, cioè civili che vivevano nobilmente, 182 erano civili, 132 esercitavano attività commerciali, 160 addetti ai trasporti e 700 alla vita di mare, 715 erano artigiani, 379 erano addetti ai servizi domestici e 1.054 all'agricoltura e alla pastorizia.
Regina Amalia
Molti erano i nobili proprietari terrieri, tra cui Francesco Antonio Calò, nobile vivente, che possedeva 5 masserie con 812 ettari e 9.840 alberi di ulivo con imponibile di 6.732 once. Al servizio della famiglia Calò, formata da 6 persone, c'erano 9 persone: un segretario, due camerieri, due serve, un cocchiere, un fattore, una donna di casa, un volante.
Questo nobile, che viveva nel suo palazzo della Strada Maggiore, passato poi ai D'Ayala, nel 1765, con la donazione alla Confraternita del Carmine di solo due statue, Gesù morto e Addolorata, dava inizio alla processione dei Misteri, attribuendo alla stessa confraternita l'onore e l'onere di organizzare e perpetuare questa tradizione.
La figura di Francesco Antonio Calò entra nella storia della città di Taranto anche nel 1799.
Il 24 gennaio 1799, Championnet proclama la Repubblica Partenopea, ma solo il 6 febbraio i tarantini seppero la notizia tramite le lettere del Comitato del Governo Provvisorio della Repubblica Partenopea inviate al sindaco Michele Gennarini, con l'obbligo di proclamare anche a Taranto la Repubblica. Fu problamato all'unanimità come presidente della municipalità l'Arcivescovo Capecelatro che con rammarico rifiutò. Al suo posto venne scelto a maggioranza di voti Francesco Antonio Calò.

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