Sangue del tuo sangue di Mattia Calabrese

"Due generazioni, due epoche diverse. Un padre e un figlio.Una cosa li accomuna: la fede e la tradizione.

Quest'anno per la prima volta nella mia vita mi sono aggiudicato le "sdanghe" di una delle statue della processione dei Sacri Misteri di Taranto. Per me è stata una emozione unica ed indescrivibile, perchè è stato un obiettivo voluto e cercato per più di tre lunghi anni, perchè in questi anni abbiamo creato una famiglia con la quale abbiamo vissuto ogni singolo momento dell'anno. Abbiamo condiviso tutto, momenti belli, momenti brutti, momenti difficili ma vissuti sempre insieme  l'uno accanto all'altro coinvolgendo le nostre famiglie, i nostri genitori, i nostri amici che hanno partecipato con noi a questa avventura. Non c'era momento dell'anno che non si pensasse a quel momento, a quella "gara", a quell'emozione che avrebbe suscitato in noi un evento del genere. In qualsiasi festa, compleanno o ricorrenza c'era sempre un brindisi di speranza per quell'evento.
I giorni passarono e finalmente arriva quel giorno, 16 marzo, data molto importante per me perchè ricorre anche il compleanno di mio padre.
Il caso ha voltuo che proprio in quella data si dovesse svolgere l'assemblea per l'aggiudicazione dei simboli della processione dei Sacri Misteri.
Ricordo ancora quelle giornate. Come di consueto ci incontrammo in piazza Carmine come punto di ritrovo; mio padre mi disse:"Vengo dopo, ci vediamo lì!" Mi sembrò molto strano perchè non se ne persa neanche una di gara.
Molto triste andai all'appuntamento e con i miei  "fratelli" ci recammo alla caserma Rossaroll, luogo dell'assemblea.
Ci guardavamo negli occhi, eravamo molto tesi.
Comincia la gara e finalmente arriva il nostro turno; il tempo non passava mai, i secondi sembravano ore.
Ci proviamo, il segretario scandisce il nostro nome e quello del simbolo.
Prima chiamata, seconda chiamata ed infine l'atteso suono del campanello.
Tutti intorno a me esplodono in un urlo di gioia ed io scoppio in un pianto di soddisfazione.
Purtroppo ero un po' amareggiato per l'assenza di mio padre.
Mi avvicino al segretario per prendere il biglietto di aggiudicazione ed in quel momento vedo mio padre in lacrime correre verso di me e stringermi.
"Ce l'hai fatta" mi dice e con quelle parole mi riempe il cuore di gioia.
Mio padre era lì, è stato sempre lì, che bella sorpresa!
Uscendo dalla sala, tra gli auguri generali,  i miei "fratelli" fermarono mio padre per dargli una notizia.
Uno di loro mise le mani in tasca ed uscì un pupazzetto che raffigurava un confratello vestito da forcella e subito dopo gli fu fatta la richiesta di essere la quinta forcella.
Alla notizia, mio padre si sentì lusingato ed onorato a poter partecipare con noi in maniera attiva alla nostra processione e con gli occhi lucidi rispose positivamete unendoci tutti in un caloroso abbraccio.
Venerdì Santo. Arrivammo in chiesa e alla sola visione di quella statua il mio cuore cominciò a stringersi per l'emozione.
Usciti dal portone, guardavo mio padre e mio fratello di 9 anni, emozionatissimi. Rivedevo in lui me da piccolo al fianco di mio nonno quando andavamo a vedere mio padre in abito di rito.
Qualche isolato dopo l'uscita, l'emozione si triplicò; mio padre fu chiamato per una momentanea sostituzione. In quel momento sentii un brivido lungo la schiena.

Ebbi l'onore di portare quella statua con mio padre al mio fianco.
L'uno accanto all'altro, una emozione che auguro a chiunque di provare.
Voglio fare un ringraziamento speciale alla mia forcella che mi ha dato la possibilità di essere li con mio padre e di avermi aiutato più di chiunque altro a sorreggere quel dolce peso.
Spero di vivere insieme a lui e a tutta la mia squadra nuovamente emozioni così forti"



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