I Canti della Via Crucis Testi del Metastasio, musicati nel 1893 da P.Serafino Marinosci O.F.M . Canto di introduzione Teco vorrei Signore, Oggi portar la croce, Nella tua doglia atroce Io ti vorrei seguir. Ma troppo infermo e lasso Donami, tu coraggio, Acciò nel mesto viaggio, Non m'abbia da smarrir. Tu col prezioso Sangue Vammi segnando i passi Ch'io laverò quei sassi Col mio lacrimar. Né temerò smarrirmiP el monte del dolore, Quando il tuo santo amore M'insegni a camminar. Stazione Prima: Gesù è condannato a morte Se il mio Signor diletto A morte hai condannato ...
Vergine del Carmelo non ci staccar da te. Guidaci tutti al Cielo, noi ti seguiam con fe´. Faceva discutere, per non dire scalpore, il fatto che la nazionale di calcio italiana non cantasse l'inno di Mameli all'inizio di una partita. Mentre a casa tra amici o allo stadio tutti eravamo con la mano sul cuore a cantarlo a squarciagola. Perché? Perché l'inno indica appartenenza, l'inno è identità. Ecco lo scalpore. Forse i calciatori italiani non sentivano forte questo senso di appartenenza ed identità? Mi sono permesso questo rewind calcistico per evidenziare quanto possa essere importante cantare un inno. L'inno ci unisce. Unisce tutti quelli che condividono gli stessi ideali, gli stessi sentimenti. Un appartenente ad un gruppo, ad un'associazione, ad una confraternita come nel nostro caso, deve conoscere l'inno e cantarlo assieme agli altri. Ci avviciniamo ai giorni della novena e della festa della Madonna del Carmine. Il nostro inno verrà...
" E quando le vostre gambe saranno stanche, camminate col cuore. " Mi sono imbattuto qualche giorno fa in questa frase, attribuita a Giovanni Paolo II. Sembra una frase cucita perfettamente per noi confratelli. Ovviamente sarebbe riduttivo da parte mia pensare una cosa del genere. Il Santo Padre si riferiva a qualcosa di più grande; ma mi piace pensarla così. D'altro canto quello che facciamo noi, confratelli, cosa è se non una metafora della vita? Il nostro nazzecare, il nostro lento incedere cosa è se non una ricerca, un affannoso andare, un faticoso cammino, prima di tutto interiore? Ed il fine? A cosa dovrebbe portarci questo cammino? Beh, io credo che lo scopo sia arrivare agli ultimi istanti di vita e prima di chiudere gli occhi affermare con fermezza:"Signore, io credo realmente in te. Accoglimi tra le tue braccia"! Molti pensano che a svolgere il rito per tanti anni si sviluppi una sorta di abitudine fisica. Noi, confratelli, solo perché ...
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