Discorso di don Filippo Santoro all'uscita del Pellegrinaggio della Vergine Addolorata

Il discorso è stato prelevato dal sito della diocesi di Taranto.

Cari fratelli e sorelle,
è con profonda commozione e gratitudine che vengo a benedire l’inizio di questo suggestivo pellegrinaggio della Madre di Dio, che ha inizio questa notte nel cuore della Città Vecchia. Saluto ciascuno di voi con affetto fraterno e desidero sostenere fin d’ora in questa fatica penitenziale il priore con tutti i suoi confratelli e collaboratori. Un saluto cordiale va al padre spirituale monsignor Cosimo Quaranta. Permettetemi di mandare il mio abbraccio a tutti i tarantini emigrati e che sono sicuro ci seguono dalle emittenti radiotelevisive con particolare nostalgia, ma anche a tutti gli amici che pur non essendo tarantini seguono le nostre processioni:   i riti della nostra Settimana Santa sono conosciuti in tutto il mondo anche grazie ai media che li seguono con passione e che ringrazio per i loro sforzi.


Mi commuove particolarmente pensare che i nostri avi, con finezza spirituale esapienza popolare, in questa processione che apre a mezzanotte il Venerdì Santo abbiano letto l’ansia e il dolore di Maria, che venendo a sapere della cattura di Gesù ha percorso in lacrime i vicoli di Gerusalemme in cerca di lui, finquando il suo sguardo non si è incrociato con quello del Signore crocifisso.

È vero: Maria è il volto tenero di Dio, un padre che ci ama con cuore di madre… Specie nel triduo Pasquale, come in tutti i giorni dell’anno siamo chiamati a diventare  e a sentirci figli amati e attesi e lo siamo realmente.
Non dobbiamo però dimenticare che Maria ha condiviso con il Salvatore la sua missione redentrice e se oggi facciamo memoria delle sue lacrime e del suo pellegrinaggio per le vie di Gerusalemme, è perché la Madre di Gesù continua la sua opera di ricerca non per il Figlio, ma per tutti i figli del mondo che sono lontani. Per i Giuda e per i Pietro che si sono allontanati dalla buona strada. Lei cammina e cerca finché le nostre vite non si apriranno al pentimento, alla conversione, al perdono…
Cari fratelli e sorelle,  dalla cima di queste scale, vedendovi assiepati in queste viuzze, si percepisce il bene che i Tarantini vogliono alla Madonna Addolorata.
Guardate a Maria. Gesù dalla croce ci rivolge una parola semplice e meravigliosa. Ecco tua madre (cfr. Gv 19,27) . Guarda tua madre. Prendete come san Giovanni la mamma di Gesù fra le vostre cose più care. Incrociando i suoi occhi, questi occhi colmi di lacrime, seguite a vostra volta la direzione del suo sguardo. Gli occhi di questa madre sono già negli occhi del Risorto perché a ciascuno di noi vengano tolti i peccati di dosso.  

Vi chiedo di interpretare questo bene e questo momento di penitenza come occasione per ciascuno di voi di ritornare a Dio. Fidatevi di Maria che vi conduce a Gesù e vi sostiene nel dolore e nella notte più dura della prova. Mai lo sconforto e lo scoraggiamento prenderà il sopravvento su di noi se rimarremo legati al suo manto. L’Addolorata non ci avvicina solo al calvario, apre i nostri occhi alla luce della risurrezione. Il vostro pellegrinaggio interiore non si concludastanotte o domattina, ricordatevi che la vostra meta è la Santa Pasqua.
Dinanzi l’Addolorata, quindi, ciascuno riveda la propria la vita e si ricordi che la Pasqua è riconciliazione, che il buon cristiano si accosta al sacramento della confessione in maniera tutta particolare in questi giorni. Vi ricordo che la Chiesa oggi ci chiede una mensa frugale e l’astinenza dalla carne, perché ognuno si prepari con serietà alla gioia della Resurrezione.
Io prego per ciascuno di voi, soprattutto per i più deboli, perché nessuno si senta solo.
Madre Santa, Vergine Addolorata, ti affido tutti questi tuoi figli, benedici Taranto e in modo particolare questa Città Vecchia, proteggi tutti i figli e le figlie, specie quelli che hanno perso la strada del ritorno a casa. Benedici o Maria le donne della nostra comunità e tutte le donne del mondo.
Benedici i due marinai prigionieri in India e le loro famiglie, perché tornino presto a caso
Sappiamo di essere tutti in quel cuore trafitto che tieni in mano e con il quale ci parli.

Commenti

Post popolari in questo blog

I testi della Via Crucis di Padre Serafino Marinosci

Venerdì Santo del maestro Centofanti

La sequenza Fiore del Carmelo ed un personalissimo ricordo