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Visualizzazione dei post da maggio, 2016

La festività del Corpus Domini

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foto web Abbiamo nel Calendario romano una serie di feste, sorte nel corso del secondo millennio, alla cui origine c'è una determinata corrente devozionale del loro tempo. Queste festività hanno come oggetto una certa verità di fede o una particolare visione teologica del mistero di Cristo. Sono state chiamate feste "di idee" o feste "di devozione". Noi preferiamo chiamarle feste "di devozione" perché traggono origine dalla pietà particolare di un determinato gruppo, che intende esprimere pubblicamente la sua devozione con una festa speciale. Si tratta di festività che non si celebrano in una data fissa. La solennità del Ss. Corpo e Sangue di Cristo fu una risposta di fede e di culto alle controversie e dottrine ereticali sul mistero della presenza reale di Cristo nell'eucarestia, fu il coronamento di un movimento di ardente devozione verso l'augusto sacramento dell'altare. Furono però le rivelazioni di Giuliana di Cornillon, mo

Una sottile linea tra cultura e devozione

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Da una parte la Pietà di Michelangelo, dall'altra la "nostra" Addolorata. (Però il raffronto lo avrei potuto fare con una qualsiasi altra statua dei Sacri Misteri ed un'opera similare scelta nel vasto campo dell'arte.) Nel vedere queste due immagini quali sentimenti provate? Tento di dare una risposta e poi ditemi se ci sono andato vicino! Nell'osservare la Pietà certamente avrete pensato alla meravigliosa bellezza di questa scultura, all'abilità dello scultore nell'incidere e lavorare il marmo, alla plasticità e alla morbidezza delle linee. Un'opera d'arte! Nell'osservare, invece, la statua della Vergine Addolorata sono convinto che avrete pensato a tutt'altro. Non è vero? Eppure non si può dire che sia una brutta statua! Non sarà un'opera d'arte come la Pietà, ma credo che il suo volto non abbia eguali. Davanti all'immagine dell'Addolorata probabilmente più di qualcuno si sarà fermato a riflettere, pensieri c

8 maggio: Allocuzione di monsignor Santoro.

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Tratto dal sito della diocesi di Taranto Discorso per la consegna del simulacro di San Cataldo al Sindaco di Taranto  ALLOCUZIONE DI MONSIGNOR ARCIVESCOVO Egregio Signor Sindaco, Dott. Ippazio Stefano, saluto il nostro prefetto, S. E. Dott. Umberto Guidato, distinte autorità civili e militari, Venerabile Capitolo metropolitano, eccoci a compiere un gesto che per me diventa di anno in anno molto caro, la consegna della statua del Santo alla Città. Comincia per lei Signor Sindaco la parte finale del suo mandato e le auguro che sia ugualmente un tempo di incontri, di confronti con quella parte generosa della città, di fiducia. In quest’anno celebriamo il Giubileo, l’anno santo della Misericordia e, insieme alle comunità ecclesiali, già varie categorie sociali stanno varcando la porta santa della nostra Cattedrale: i giovani, i ragazzi, le famiglie, gli ammalati, il volontariato ecc.. La festa di San Cataldo è l’occasione per celebrare non appena il giubileo di una categoria

Preghiera a San Cataldo

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PREGHIERE A SAN CATALDO 1 “San Catàvete míe benígne, De priàrte no’ sso’ dígne; Cum’a nuèste prutettóre, Príje pe’ núje ‘u Ddíe Segnóre; Lìbberene, San Catà’, Da fracèlle e da tramóte, Da fùrmene e tembèste, Da uèrre, fáme  e ppèste”! 2 “San Catàvete ve’ pe’ mmáre, Nu valènde marenáre; San Catàvete prutettóre, Ne prutègge cu tutt’u córe; San Catàvete tùtte d’argíende, Ve’ pe’ mmáre e calm’ víende, Ve’ pe’ tèrr’e ne déje lúce, ma ‘u tarandíne jè rúcia rúcie”! 3 “San Catàvete prutettóre, Íje te préje cu tùtt’u córe; Núje tarandíne te síme singére, Ma Tu píenze sèmbe ‘o furastíere”!

La Terza Croce: 34 anni di attesa

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Chissà quale emozione avrà provato il confratello (lo chiamerò così) quando lo scampanellio ha sancito la fine della “gara” e l'aggiudicazione del simbolo. Il suo simbolo. La terza Croce. Dopo 34 anni! Un tempo lunghissimo, una vita. Ma quel sogno finalmente si realizza. Quanti anni ad osservare da lontano quel simbolo, a desiderarlo, a sperare un giorno di reggerlo sulla spalla. Era poco più che ventenne, il confratello, quando se lo aggiudicò l'ultima volta. Nel lontano 1982! Poi il militare, la famiglia, i figli e tutte le tappe che la vita ci riserva, gioie e dolori. E lui a pensare:”Forse un giorno riproverò quella emozione!” E quel giorno è arrivato! La notte dell'Addolorata al suo fianco c'è il figlio. Il confratello non è piu un giovanotto e gli acciacchi ci sono. La paura di non farcela è tanta. Ma una volta sceso in chiesa, è stato come tornare ragazzino. Ma intorno a lui non più gli stessi volti. Solo volti di gente estranea. I genitori,