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Visualizzazione dei post da maggio, 2013

"Siamo gente da cappuccio e mozzetta"

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"Noi non facciamo conferenze stampa....siamo gente da cappuccio e mozzetta!" Così ha esordito il confratello Antonello Stenta, rispondendo alla domanda di un giornalista durante la conferenza stampa tenuta giorno 10 maggio presso la pescheria da "Gesù Cristo". Una frase che è entra nel cuore dei presenti immediatamente. Anche sui social network sono nati gruppi con questo nome, girano foto ed immagini con questa frase. Non uno slogan, non una frase ad affetto, da parte del confratello, portavoce di un nutrito gruppo di confratelli che si stanno battendo in maniera pacifica e civile nel tentativo di scongiurare cambiamenti nello svolgimento dei Riti della Settimana Santa tarantina. E' una sintesi perfetta di ciò che rappresenta per noi confratelli la Settimana Santa. Il cappuccio è segno della penitenza. Rappresenta la volontà del confratello di isolarsi dal mondo e pregare in silenzio, senza le distrazioni del mondo. La mozzetta è segno dell'appa

Non toccateci la Settimana Santa (articolo tratto da "Taranto Sera")

Che già il primo dei cambiamenti voluti dal vescovo- lo spostamento della gara per le processioni- lo avessero vissuto con amarezza non è certo un segreto. Ora, ad una settimana dall'insediamento della commissione sui Riti prevista per giorno 18, i confratelli del Carmine e dell'Addolorata hanno voluto lanciare un appello. Lo hanno fatto scegliendo la data del 10 maggio, il giorno di San Cataldo, per una conferenza stampa tenuta in un luogo anch'esso simbolo: il ristorante Gesù Cristo, la "pescheria" la chiamano da sempre i perdoni. Il messaggio è chiaro:"lasciate tutto come sta", ha tentato di riassumere Antonello Stenta, il portavoce della nutrita delegazione di confratelli. L'argomento è la "commissione di studio sui riti della Settimana Santa" e l'annunciata riforma. In attesa della decisione, si accende il dibattito. "Custodi delle tradizioni", i confratelli hanno voluto spiegare la valenza di quelle che all'estern

Confratelli irremovibili: le gare non si toccano di Pierpaolo D'Auria (tratto da "Corriere del giorno")

Alle conferenze stampa non sono abituati perché «siamo gente da cappuccio e mozzetta». Ma loro malgrado i confratelli del Carmine e dell’Addolorata gli organi di informazione li hanno dovuti convocare. E l’hanno fatto nei locali della trattoria “Gesù Cristo”, la pescheria come preferiscono chiamarla, per ribadire, ancora una volta, che le gare per l’aggiudicazione dei simboli delle due processioni della Settimana Santa e il giorno in cui si tengono, la domenica delle Palme, è meglio«che restino invariate rispetto al passato quanto a modalità e giorno di svolgimento». Un messaggio che i confratelli del Carmine e dell’Addolorata affidano a Antonello Stenta il quale, però, subito puntualizza «l’assoluta obbedienza all’arcivescovo Filippo Santoro in quanto custode delle tradizioni della Chiesa». Non sono abituati alle conferenze stampa ma, intanto, la stampa la convocano in un giorno e in un locale in maniera assolutamente casuale. Scelgono il giorno della festa di San Catal